Scorpion Dance, il meraviglioso romanzo di Shifra Horn



"Per voi due fermerò il tempo, mi siederò nella stanza calda e descriverò sulla pagina il momento in cui la porta si aprì e il mio destino mi comparve davanti, odoroso di terra umida, con i fiori appassiti del glicine che le sbocciavano tra i capelli."

Quando si legge un romanzo bellissimo come Scorpion Dance di Shifra Horn il tempo si ferma davvero. Si ferma per farti salire sul suo vascello e farti salpare verso mondi lontani ma allo stesso tempo vicinissimi, intimi. È un viaggio fatto di ricordi, sensazioni, odori, immagini così vere, così forti, che si incidono nella tua mente e finisci per pensare che siano i tuoi ricordi, le tue sensazioni, gli odori e le immagini della tua vita, anche se in realtà appartengono a qualcun altro, in questo caso a Orion, il protagonista del romanzo.

Orion è un giovane bibliotecario ambulante, che ha l'abitudine di annusare i libri e già questo me lo fa amare. È cresciuto con la nonna Johanna, un'ostetrica tedesca trasferitasi a Gerusalemme dopo la guerra. È lei, che odiava la Germania e portava inciso sul braccio un grandissimo segreto, ad averlo protetto da tutto e tutti e ad avergli trasmesso il senso della famiglia, l'amore per i libri e la convinzione che chi brucia i libri prima o poi brucerà anche le persone. Con la nonna viveva in simbiosi anche Sarah, un pappagallo in realtà maschio, dotato di saggezza e sentimenti umani.

Orion non ha mai conosciuto il padre, morto durante la guerra dei sei giorni, e la madre, ancora giovane e bella, lo ha abbandonato appena adolescente per costruirsi una nuova vita e una nuova famiglia in Australia. "Dopotutto mi aveva già confessato che non aveva scelto lei di mettermi al mondo, che aveva desiderato distruggermi ancora prima di conoscermi."

Da quando era bambino, Orion cerca disperatamente di costruirsi un'identità e di superare il senso di abbandono conservando i ricordi dentro a provette di vetro: le lacrime sparse sulle delusioni d'amore, i granelli di terra raccolti sulla tomba del padre, un capello della madre rimasto attaccato ai vestiti durante il loro ultimo abbraccio in aeroporto, le tracce del suo primo rapporto sessuale, brandelli di lettere e poesie, fiocchi di neve sciolti e ultimi respiri.

Sarà l'incontro con la sua Basherte, una cantante d'opera berlinese, a costringerlo a chiudere definitivamente i conti con il passato della sua famiglia e del popolo ebraico, per poter finalmente iniziare a vivere la sua vita e andare incontro al proprio destino.

La scrittura di Shifra Horn è ipnotica, immaginifica. L'odore acre del sudore ti punge le narici, il calore delle lacrime ti bagna i polpastrelli e il profumo del glicine avvolge nelle sue spire la tua testa mentre scorri con gli occhi le sue pagine. Vedi le stelle che bucano il cielo sopra la casa del glicine, odi gli strilli di Sarah che ti danno il benvenuto, senti la neve che scricchiola sotto le scarpe e benedici chi ha il dono di farti viaggiare stando fermo, di farti vivere tante vite che non sono la tua.

Scorpion Dance è il primo romanzo che leggo di questa talentuosa autrice israeliana, ma in lei riconosco la grande tradizione letteraria che mi ha fatto scoprire e amare le opere di grandissimi autori come Grossman, Yehoshua, Oz, Kenaz, tutte contraddistinte dalla dialettica irrisolta tra storia e memoria, che come due fili s'intrecciano disegnando il DNA di questo popolo.

Shifra Horn
Scorpion Dance
traduzione di Silvia Castoldi
Fazi Editore


Commenti

Post più popolari